Come nasce il Museo del Calcolatore
di Riccardo Aliani, curatore del Museo
La passione per i vecchi calcolatori nacque, quasi per gioco, nel 1996;
all'epoca, nella scuola in cui insegno Informatica dal 1987, cercavamo insieme
ad una quinta classe un argomento che potesse abbinare tecnologia, storia e
scienze matematiche, da sviluppare per l'esame di stato. La scelta ricadde sulla
realizzazione di un sito web che ricordasse gli avvenimenti più importanti della
storia del calcolo: chiamammo il lavoro
"Museo virtuale del computer".
Fu appassionante per me e per gli studenti percorrere a ritroso la storia
dell'umanità, alla ricerca dei pionieri che con le loro intuizioni avevano
contribuito allo sviluppo dei calcolatori come li intendiamo oggi.
Successivamente, appassionatomi all'argomento, ho iniziato, un po' alla volta, ad incrementare il materiale virtualmente esposto; ma mancava sempre qualcosa di tangibile, da poter mostrare o addirittura far usare alle giovani generazioni. Ecco che, rovistando nei magazzini della scuola, nella soffitta di casa, nei mercatini dell'usato e, talvolta, attingendo… dai cassonetti dei rifiuti, si sono materializzati dei pezzi decisamente interessanti, in attesa solo di essere ripuliti o riparati per recuperarne gli antichi fasti.
C'è voluto un anno di lavoro, nei ritagli di tempo che il mio impegno di insegnante mi consente, per preparare questa collezione, sicuramente non unica nel suo genere ma utile per preservare dalla distruzione questa importantissima parte della nostra storia. E finalmente, l’11 giugno 2011, i primi visitatori interessati hanno potuto visitare la raccolta.
Purtroppo il locale dov'è ospitato il materiale, di circa 70 mq, non consente
l'esposizione di tutti gli strumenti (rimane fuori anche un'interessante
collezione di macchine da scrivere), ma un numero limitato di pezzi consente
forse di creare un percorso didattico più concentrato.
Sì, perché l'obiettivo del Museo è proprio quello di diffondere la cultura
informatica, mostrando ai giovani come facevano di calcolo i loro padri e, prima
ancora, i loro nonni.